Bonus edilizia

Abolire subito l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione SOA per operare nel
mercato dei bonus edilizi. Lo chiedono i Presidenti di Confartigianato, Cna, Casartigiani in una
lettera aperta inviata oggi ai Capigruppo di Camera e Senato e a Deputati e Senatori delle
Commissioni Bilancio, Finanze, Lavori pubblici, Attività Produttive dei due rami del Parlamento.

Le Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi ribadiscono l’allarme per le continue
modifiche alle norme sugli incentivi in edilizia che rischiano di bloccare definitivamente i lavori di
riqualificazione degli edifici e di tagliare fuori dal mercato oltre il 90% delle imprese.

A complicare un quadro legislativo già intricato, è arrivata il 12 maggio la norma del
decreto legge ‘Taglia prezzi’ che impone, anche per le imprese che operano in subappalto, il
possesso delle attestazioni SOA per i lavori che danno diritto alle detrazioni edilizie di importo
superiore ai 516mila euro.

Una disposizione che, pur ispirata al condivisibile principio di garantire sicurezza,
trasparenza e qualità dei lavori, di fatto si è rivelata una barriera anticoncorrenziale. Secondo
Confartigianato, Cna, Casartigiani, infatti, negli ultimi 20 anni, il mero possesso delle attestazioni
SOA non ha garantito, negli appalti pubblici, la qualità e la sicurezza dei lavori. Inoltre, l’accesso ai
bonus edilizi è già subordinato ad una serie di controlli molto stringenti e, per contrastare
efficacemente il fenomeno delle imprese ‘fantasma’, servono piuttosto serie verifiche dei requisiti
di accesso al mercato, come l’auspicata legge di regolamentazione del settore edile, e strumenti
già operativi come il DURC, la congruità e l’intensificazione dei controlli.

A mettere in crisi il mercato delle riqualificazioni edilizie – sottolineano le Confederazioni –
è anche il blocco del sistema della cessione dei crediti a causa della stretta adottata dalla maggior
parte delle banche e degli intermediari finanziari. Risultato: le imprese non riescono a recuperare i
crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e non possono pagare dipendenti,
fornitori, tasse e contributi. Così il settore è sull’orlo del precipizio, si moltiplicano i casi di
fallimento che potrebbero coinvolgere oltre 33.000 imprese e 150.000 lavoratori.

Tutto questo è ancor più paradossale se si considera che il settore delle costruzioni è il
driver della ripresa economica e, in questo drammatico periodo di congiuntura negativa, ha
giocato un ruolo anticiclico. I bonus edilizia avrebbero potuto favorire la ripartenza post Covid
dell’economia, ma, dopo aver generato un’enorme aspettativa in cittadini e imprese,
l’atteggiamento ondivago del decisore pubblico ne ha depotenziato l’efficacia.

Confartigianato, Cna e Casartigiani, in rappresentanza di oltre 1.500.000 di associati,
sollecitano un rapido intervento per salvare un’idea vincente di riqualificazione green del Paese
che rischia di naufragare nel mare della burocrazia legislativa.