Bonus ristorazione: aggiornamenti

La platea effettiva di chi ha ricevuto l’anticipo del bonus lo scorso mese conti circa 12.969 ristoratori – questi i dati presentati dallo stesso Ministro – per una somma di bonus richiesti pari a 78.200.000 Euro.

D’altra parte le domande ancora inevase, più di due terzi di quelle inoltrate, a detta dello stesso Patuanelli, sono ferme ai blocchi di partenza perché parziali e, quindi, bisognose di uno scambio tra il soggetto che gestisce l’erogazione e il richiedente. l meccanismo di pagamento, infatti, si basa su un acconto pari al 90 per cento della prestazione, e su un successivo saldo, che corrisponde al restante 10 per cento, accreditato solo a fronte della presentazione delle quietanze di pagamento.

Quietanze che potevano essere presentate contestualmente alla domanda o essere allegate successivamente, una volta disponibili, entro 15 giorni dall’avvenuto pagamento dell’anticipo in acconto.

Insomma, chi al momento della richiesta non aveva ancora le fatture relative all’acquisto dei prodotti agroalimentari che giustificavano il contributo ha potuto attendere – e può ancora se non ha ancora ricevuto il primo pagamento – fino all’arrivo dell’acconto e, entro 15 giorni, allegarle alla documentazione già presentata recandosi o all’ufficio postale o attraverso il portale ristorazione, a seconda delle modalità con cui ha inoltrato la domanda.

a inizio marzo solo poco meno di un terzo degli imprenditori richiedenti ha ricevuto l’anticipo del bonus ristorazione, il motivo del ritardo secondo il MIPAAF è riconducibile a domande incomplete per cui è necessaria “un’interlocuzione tra soggetto gestore e richiedente”.

Infatti, in fase di verifica delle domande i documenti mancanti e/o incompleti risultano essere a seconda se presentati tramite portale o tramite posta i seguenti:

Domanda tramite portaleDomanda tramite Poste
Visura camerale in corso di validità;copia dei documenti fiscali per certificare gli acquisti nelle categorie previste dal decreto ed eventuali documenti di trasporto;eventuale copia delle quietanze associate ai documenti fiscali, se già disponibili al momento della presentazione (opzionale nella prima fase di adesione)modulo di domanda compilato e firmato;fotocopia delle fatture certificanti gli acquisti, effettuati dopo il 14 agosto 2020, nelle categorie previste dal Decreto, ed eventuali documenti di trasporto;dichiarazione sostitutiva di certificazione della persona che ha presentato la domanda quale legale rappresentante dell’impresa richiedente;visura camerale in corso di validità;quietanze associate ai documenti fiscali;copia documento d’identità del legale rappresentante;relativo bollettino bianco compilato in ogni sua parte.

Soprattutto le domande inviate per Posta,  sono risultate incomplete e l’istruttoria ha subito un inevitabile rallentamento e il pagamento del contributo potrà essere effettuato solo dopo che i potenziali beneficiari avranno regolarizzato le loro istanze originarie. Laddove risulti “pratica respinta” in realtà al ristoratore dovrebbe arrivare una richiesta di integrazione delle documentazione inviata.